Una nave… alla carica!
Il progetto di una macchina speciale,basata sull’allestimento di un modello F260BXP, ha conquistato lo spirito piu’ esigente della nostra Marina Militare. Si tratta di un sistema per il rifornimento elettrico dell’intera impiantistica a bordo della portaerei Cavour
La spianata d’acqua del Mar Grande si libera dalle banchine dell’Arsenale di Taranto e il nuovo porto militare, con le sue navi maestose, è sotto l’ala sferzante del libeccio. Il vento porta sempre attese solenni e la consegna di Fassi alla Marina Militare è pervasa dalla stessa ufficialità che si potrebbe conferire a un’impresa, a una sorta di riconoscimento ufficiale. Il plauso sotteso alle fasi di collaudo tecnico per due gru fornite al Comando Forze d’Altura, il 29 novembre scorso, era riservato all’ingegno che una sinergia indovinata di uomini e idee può produrre, con il massimo dinamismo intellettuale, a beneficio di applicazioni mai tentate prima d’ora nel campo del sollevamento e della movimentazione in ambito portuale. Partiamo dall’inizio della storia. Fassi ha fornito le sue gru per un progetto speciale commissionato dal gruppo PSC di Potenza alla Carrozzeria Di Bello di Tito Scalo (Pz), concessionaria delle gru di Albino da più di cinque anni. La scommessa riguardava l’allestimento di un sistema di sollevamento che portasse i cavi terminali di un impianto di alimentazione elettrica – ubicato nella parte perimetrale della darsena – fino alla banchina d’attracco della grande Nave portaerei Cavour (CVH-550), affidata allo stesso Comando della base di Taranto.
Una delle due gru Fassi F260BXP allestite dalla Carrozzeria Di Bello, in collaborazione con DR Italia (per la realizzazione del sistema avvolgicavo installato sulla pedana e sul braccio)
Gioco di squadra
Il progetto si è presentato, fin dall’inizio, come una sfida fondamentale per Fassi e Di Bello. PSC oggi è tra le prime società di ingegneria e contracting presenti in Italia, specializzata nella realizzazione di grandi impianti in ambito industriale e portuale; la proposta di una macchina speciale alla Marina Militare riguardava un sistema di servizio mai realizzato prima d’ora, prendendo come base la struttura e i dinamismi di una gru per autocarro. “La scelta è caduta su un modello di punta della gamma media Fassi, la F260BXP, dalla capacità di sollevamento fino alle 24,7 tm – ci spiegano, insieme, durante il collaudo definitivo, Dario e Marco Di Bello, rispettivamente direttore tecnico e responsabile di officina nella Carrozzeria di famiglia, fondata all’inizio degli anni Ottanta – La macchina fa parte della recente serie Evolution di Fassi, una linea che abbina le soluzioni più avanzate del settore delle gru per autocarro con sistemi elettronici di ultima generazione, unità di controllo, distributore digitale, radiocomando e ADC in combinazione tra loro, tramite un protocollo di trasmissione CAN Bus. Il tutto coordinato dal sistema di gestione integrale IMC (Inte- gral Machine Control). Questi sistemi, abbinati al doppio biellismo consentono di ottenere dalla gru prestazioni notevoli in termini di velocità e potenza, secondo i massimi requisiti di sicurezza”.
All’allestimento della gru in postazione fissa, su una struttura realizzata intorno a un gruppo trasformatore di corrente ad alta tensione, ha partecipato in modo decisivo l’azienda DR Italia, dinamica realtà industriale di Cologno Monzese, specializzata nel progetto e nella realizzazione di sistemi avvolgicavo abbinati a cavi elettrici per utenze mobili e a impianti di elettrificazione. “In accordo con le specifiche fornite da Di Bello, abbiamo concepito una bobina di grande capacità, ad azionamento elettrico, dalle dimensioni per quanto possibile compatte, per l’avvolgimento dei cavi in uscita – ci mostra Eraldo Sartori, titolare e amministratore unico della ditta milanese – Inoltre, si è pensato a realizzare anche un sistema di binari a carrucola per condurre i cavi lungo il braccio della gru fino all’ultimo sfilo, dove la parte terminale viene trascinata, a seconda delle esigenze di sviluppo del cavo, da un dispositivo a pulegge”.
“Evolution” nei sistemi
Le gru consegnate sono state due, installate sulla stessa banchina a una distanza di circa 80 m l’una dall’altra, in corrispondenza delle relative cabine ad alta tensione. Le capacità specifiche delle due F260BXP hanno potuto avvalersi, naturalmente, dell’esclusivo sistema FX800 Evolution che controlla elettronicamente le condizioni di carico della gru e presiede al controllo del momento di sollevamento. Altro “must” utile alle applicazioni richieste, il distributore idraulico multifunzione D850 con sistema digitale antisaturazione Flow Sharing che fa confluire l’olio inviato dalla pompa in modo esattamente proporzionale, evitando risposte incontrollate da parte del distributore. Abbinato al sistema Fassi XF (Extra Fast), il distributore garantisce un’evidente fluidità e rapidità di azione. Il sistema XP (Extra Power), invece, attiva un surplus di potenza nelle situazioni più impegnative e gravose, esattamente quando occorre, riducendo proporzionalmente la velocità dei movimenti della gru ma incrementando contemporaneamente le capacità di sollevamento. Infine, l’originale MPES (Multi- Power Extension System) innesta una maggiore velocità di uscita e rientro dei bracci telescopici. Le due gru serviranno da “caricabatterie” per la Cavour, durante le soste nella darsena di Taranto e non è escluso che il successo di questo sistema possa estendersi a ulteriori commesse in ambito aeronautico per altre navi della nostra flotta militare. La spesa di allestimento del sistema è risultata, infatti, piuttosto contenuta, nell’ambito di una commessa generale in capo a PSC Spa del valore complessivo di 1.600.000 euro.
Da sinistra: Antonio Carra (agente Fassi), Marco Del Campanile (responsabile commerciale Fassi per il Centro-Sud Italia), Dario Di Bello, Flavio Fiammarelli (After Sales Department Fassi), Marco Di Bello ed Eraldo Sartori (titolare di DR Italia)
I cavi di alimentazione portati dalla gru alla nave sono trascinati da un dispositivo a binari e pulegge che ne favorisce lo sfilo e il riavvolgimento in bobina